Accordo tra Amorin e O-I, arriva Helix il rivluzionario tappo di sughero a vite

Cosa succede quando la più grande azienda produttrice di sughero del mondo (Amorim) e il primo produttore in Europa di contenitori e bottiglie di vetro (O-I) uniscono le forze? Succede, ad esempio, che dopo quattro anni di studi, tre brevetti e un numero infinito di test condotti sul campo, veda la luce una soluzione di packaging come non ne erano mai state concepite prima, capace di ritagliarsi un ruolo da protagonista assoluto nel mondo del vino.

Helix (che significa elica) verrà presentato oggi a Bordeaux, nel corso di Vinexpo, importante fiera dedicata agli operatori del settore. Si tratta di un sistema di apertura innovativo, pratico e sostenibile, composto da uno speciale tappo a vite, di sughero, e da una bottiglia in grado di accoglierlo, grazie a un collo realizzato su misura. Tutto qui? Meglio non lasciarsi ingannare dalle apparenze: François Pierrot, vice president di O-I in Europa, non esita a parlare di un'invenzione «rivoluzionaria».

«Abbiamo svolto diverse ricerche di mercato in giro per il mondo, dagli Usa alla Cina, passando per l'Ue, al fine di sondare la domanda e capire cosa desideravano i consumatori e siamo giunti alla conclusione che la gente voleva un nuovo tipo d'imballaggio, amico dell'ambiente e nobile allo stesso tempo. Così è nato Helix, che da un lato è facile da aprire (e richiudere) e dall'altro non rinuncia al binomio vetro-sughero, da secoli associato al vino di qualità», ci racconta Pierrot.

L'azienda di packaging (che nel corso di quest'anno investirà in Italia 35 milioni di euro) punta a conquistare con Helix una quota rilevante all'interno della cosiddetta fascia “premium popular”, che comprende i vini da 5 a 10 dollari, ovvero quelli che al momento risultano essere tra i più richiesti sul mercato. Si parla di circa 4 miliardi e mezzo di bottiglie in tutto. «Ci sono voluti 4 anni di duro lavoro ma finalmente ce l'abbiamo fatta», prosegue il dirigente di O-I.

Il tradizionale tappo a vite si appresterebbe quindi a dirigersi in soffitta. Soppiantato dalla versione messa a punto dai due colossi. «La domanda di vino è destinata a crescere ulteriormente nel corso dei prossimi anni, in particolare al di fuori dei Paesi Ue, e si prevede che assisteremo da qui al 2016 a un aumento del 6%. Ma il settore nel contempo ha sete d'innovazione», ci spiega Pierrot. I consumi vanno particolarmente forte in Germania, Regno Unito Stati Uniti, Cina e Giappone. Sono questi oggi i principali mercati di sbocco a cui guardano i produttori italiani e francesi. Bene anche i dati riguardanti l'export nostrano: nel 2012 le esportazioni del comparto vini e mosti hanno toccato i 4,8 miliardi di euro (+6,7% rispetto al 2011).

Source: huffingtonpost.it